Il ferro in edilizia ha una lunga storia legata allo sviluppo della civiltà umana. Il primo tassello è da focalizzare con la nascita dell’età del ferro e della lavorazione dei metalli (dal secondo millennio al primo millennio a.C.). L’uomo, estraeva metalli e li lavorava con bassi fuochi, li forgiava e ricavava armi, utensili, attrezzi agricoli; oggetti utili a migliorare la qualità della vita. Il ferro nell’edilizia diventa protagonista contestualmente al progresso della siderurgia. Nella fase iniziale veniva utilizzato come supporto al rinforzo o sostegno di murature, archi, volte, con uso particolare delle catene .La vera rivoluzione nell’uso del ferro in edilizia inizia con la realizzazione dei primi ponti in ferro; inizialmente si adoperò la ghisa. Successivamente in America si realizzarono i primi ponti in ferro grazie alla realizzazione della sezione sagomata della trave (montante, traverso, diagonale; siamo agli inizi del 1800) e, contestualmente la nascita degli altoforni siderurgici e quindi una produzione su scala industriale continua fino alla metà del 1800. Parallelamente a queste trasformazioni sostanziali si affinano anche i modelli di calcolo per l’uso di questi materiali innovativi. Nasce la Scienza delle costruzioni. L’umanità all’epoca aveva un bisogno smisurato di ferro e carbone; si realizzavano le prime rotaie per il trasporto ferroviario e le coperture delle stazioni ferroviarie e, tecnica importantissima la realizzazione degli scafi delle grandi navi transoceaniche dell’epoca. In edilizia avvenne una vera e propria trasformazione nella realizzazione degli impalcati; si sostituì il legno con l’acciaio, nasceva l’abbinamento laterizio-ferro. Il periodo è quello del 1835; si realizzavano i primi solai con putrelle e laterizi e in epoca successiva denominate volterrane. La rivoluzione dell’era moderna per la lavorazione del ferro avviene nel 1856 con l’introduzione del convertitore Bessemer (sistema rapido ed economico che consentiva di raffinare la ghisa liquida, liberando il carbonio in eccesso, trasformandola in acciaio). Nasce l’era dell’acciaio e, in edilizia l’acciaio sagomato ed in particolare LA PUTRELLA ossia il profilo associato alla forma della lettera a doppio T, utilizzata come trave nella struttura di un edificio. Il nome Putrella deriva infatti dal francese poutrelle, diminutivo di poutre (trave) principale elemento strutturale orizzontale negli impalcati metallici. Originariamente questo manufatto era realizzato in ferro o in ghisa, in epoca successiva con il miglioramento delle raffinazioni delle leghe fu realizzato in acciaio. Le travi in acciaio hanno avuto da sempre (fin dalla loro nascita intorno alla metà del 1800) importanza sempre più rilevante nelle costruzioni ed in particolare nell’edilizia residenziale, fino ad affermarsi in modo preponderante sostituendo gli orizzontamenti che si realizzavano in legno o mediante volte in muratura di mattoni pieni. Gli anni del boom nell’uso di questo prodotto innovativo (IPE o putrella) in Italia sono gli inizi del 1900, si realizzano i primi solai con voltini di mattoni pieni. Successivamente con l’affermarsi di nuovi materiali e la nascita di nuovi metodi di calcolo nella Scienza delle Costruzioni, inizia l’era del solaio in latero cemento, con diverse tipologie di travetti (prefabbricati, precompressi, gettati in opera, traliccio..ecc..). Il ruolo del ferro ed in particolare delle “putrelle” fu destinato ad opere di supporto, consolidamento e restauro. Oggi le travi in ferro ed in particolare i profili controllati sono elementi importantissimi nella fase di consolidamento delle strutture ed in particolare con lo sviluppo delle tecniche di lavorazione o assemblaggio in cantiere mediante lavorazioni specialistiche (assemblaggio tra piastre, bulloni, chiodi, putrelle) ossia:
- SERRAGGIO La pressione generata sulla superficie laterale del chiodo durante la penetrazione genera dei carichi radiali che fissano il chiodo nel materiale base.
- SALDATURA O FUSIONE Il calore generato dalla penetrazione provoca un effetto di saldatura tra la
superficie del chiodo e il materiale base
- BRASATURA Il chiodo è ricoperto da un importante strato di zinco che separa il fissaggio dal materiale base. Durante la penetrazione questo strato di zinco si salda al materiale base, incrementando la resistenza del fissaggio.
- ATTRITO Durante la penetrazione, nelle scanalature lungo il gambo si accumulano particelle di acciaio del materiale base.
Gli elementi in acciaio usati in edilizia ed in particolare nelle ristrutturazioni e nei consolidamenti degli edifici presentano caratteristiche essenziali di efficacia e operatività, in modo particolare:
- La prefabbricazione che consente una lavorabilità efficace dell’elemento di fabbrica direttamente in cantiere mediante saldatura, imbullonatura, ecc..
- Reversibilità che, mediante bullonatura o fusione ne assumono aspetti definitivi
- Dimensioni contenute delle sezioni per la grande efficienza strutturale degli elementi adoperati, questo ci permette di semplificare la sostituzione e/o integrazione di strutture esistenti con elementi utili al consolidamento, integrandosi in modo efficace con gli elementi esistenti
- Rapidità di costruzione e celerità d’intervento per garantire una protezione e un consolidamento immediato
- Facile reperibilità sul mercato con una notevole varietà di prodotti. La gamma disponibile è molto ampia: profili laminati a caldo sotto forma di lamiere, profili a doppia T o a U, angolari, elementi prefabbricati come travi alveolari, travi per solai, profilati trapezoidali e così via.
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