Last Updated on 8 Agosto 2023 by Antonio Arcangelo
TORINO NEL 1710 – PREZZI E SALARI DELLE OPERE EDILI IN CITTÀ (CURIOSITÀ) |
analizziamo con lo sguardo di oggi un dettaglio di vita da cantiere edile nella Torino degli anni successivi al 1710. Una città in pieno fermento edilizio e urbanistico con un pullulare di cantieri, attività lavorative e architetti che prestavano la loro opera per realizzare la nuova immagine della Città che avrebbe lasciato un’impronta sostanziale nella storia dell’architettura. Il periodo di riferimento è quello del 1710. |
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L’ATTIVITA’ EDILIZIA IN TORINO NEGLI ANNI SUCCESSIVI ALLA VITTORIA SUI FRANCESI |
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LA RISORSA DEI CANTIERI EDILI DI TORINO |
I lavori edili erano di competenza delle diverse istituzioni cittadine sotto il controllo del Vicario che presiedeva il consiglio degli edili; a lui il compito di incaricare e definire i vari capitolati di appalto. Come in ogni cantiere, anche allora il tribunale del vicario, veniva spesso coinvolto in questioni legate al salario delle maestranze: sua era infatti la competenza sui salari dei lavoratori giornalieri che componevano buona parte della manodopera delle imprese. La sua competenza comprendeva anche le cause concernenti la qualità dei lavori eseguiti e il costo dei materiali impiegati. Nei vari contenziosi tra imprese, lavoranti e maestri, (per risolvere velocemente i contenziosi) si applicava la procedura sommaria, ossia non si ammetteva la presenza degli avvocati di difesa e si privilegiava il giuramento tra le parti. Il Giudice esaminava solo i diretti interessati. La sentenza si basava quasi esclusivamente sulla parola delle parti in causa. La decisione del giudice, il più delle volte tendeva a raggiungere una soluzione consensuale tra le parti e dava luogo ad un’ordinanza e un giudizio inappellabile. Il lavoro giornaliero quantificava il salario, a giornata appunto. Il lavoratore veniva pagato secondo le sue capacità ed esperienza. I mestieri legati al mondo dell’edilizia erano: capimastri, misuratori, mastri, lavoratori e garzoni (questi di solito ragazzini). Il salario, era oggetto di contrattazione. Quasi sempre il compenso dovuto per ogni giornata di lavoro veniva stabilito per contratto tra impresari e committenza. Nel giugno del 1720 i capimastri Salvatore Fontana e Giovanni Battista Petra firmarono un contratto con l’intendenza generale per fornire le maestranze necessarie all’esecuzione di diversi lavori nell’edificio del senato di Torino. La paga giornaliera concordata per ciascun mastro da muro con un garzone era di trenta soldi mentre ad un lavorante sarebbero spettati sedici soldi pagabili ogni quindici giorni riservandosi la «facoltà in progresso di detti travagli, in qual si voglia tempo di rimuovere dal travaglio quelli, li quali conoscerà non essere capaci per li medesimi e che non faranno il luoro dovere, senza speranza di essere ristabiliti in essi, nè di puoter pretendere indennizzazione». Nell’Aprile del 1727 i capimastri Bartolomeo Bonezio e Giovanni Fornione residenti a Torino ottennero la commessa per la fornitura di maestranze destinate a opere non ancora definite alla Cittadella. Il salario giornaliero per i mastri da muro venne fissato a una lira e quattro soldi (ovvero 24 soldi), quella di un lavorante a tredici soldi e quella di un garzone a undici soldi. L’assegnazione di un lavoro da parte dell’intendenza generale era solitamente sottoposto a gara pubblica: in seguito alla pubblicazione di “filetti”, gli impresari interessati presentavano le loro offerte tra le quali veniva scelta la più conveniente. I costi delle opere da realizzare o i prezzi delle forniture di materiali e maestranze era quindi oggetto di contrattazione. |
Contenuto e Articolo: Arch. Stratacò Angelo Antonio Albo Architetti Torino e Provincia |
SALARI MEDI PER PRESTAZIONI IN EDILIZIA A TORINO NEL 1720 | |
Mastro da muro con garzone, paga giornaliera 30 soldi (pagabili ogni 15 giorni) 1 lira corrispondeva a 20 soldi, 1 soldo corrispondeva a 12 denari. | 30 soldi |
Mastro da bosco (carpentiere) con garzone paga giornaliera 32 soldi (pagabili ogni 15 giorni) 1 lira corrispondeva a 20 soldi, 1 soldo corrispondeva a 12 denari. | 32 soldi |
lavorante semplice 16 soldi (pagabili ogni 15 giorni) | 16 soldi |
garzone abbinato a Mastro da muro o Mastro da bosco | 9 soldi |
Si tratta di compensi piuttosto magri se paragonati al prezzo dei beni alimentari dell’epoca. Il prezzo ufficiale del pane bruno oscillava tra 1 soldo e 2 denari e 2 soldi e 8 denari alla libbra (circa 3 etti e mezzo); il prezzo del vino, variava tra 1 soldo e 7 denari e 3 soldi e 11 denari al litro. Ipotizzando l’acquisto giornaliero di un chilo di pane e di un litro di vino, la spesa individuale poteva oscillare quindi tra 4 soldi e 9 denari e 14 soldi e 2 denari; buona parte del salario di un lavoratore giornaliero. | |
le clausole lavorative erano le seguenti: “facoltà in progresso di detti travagli, in qual si voglia tempo di rimuovere dal travaglio quelli, li quali conoscerà non essere capaci per li medesimi e che non faranno il luoro dovere, senza speranza di essere ristabiliti in essi, nè di puoter pretendere indennizzazione » | |
Fonti dell’articolo: Travail comme ressource Comments on the daily workers on the construction sites in Turin in the 18th century: a work in progress. Nicoletta Rolla |
PREZZI E CARATTERISTICHE DI CATEGORIE LAVORI E SERVIZI PROPOSTI | ||
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